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Storie in un giorno di piena estate

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Ormai sapete come sto trascorrendo questi giorni di vacanza A Marina di San Nicola (vedi foto), praticamente sto vivendo la copia riveduta e corretta del film “Tutti insieme appassionatamente”? Mio marito in ferie/non ferie (va a lavorare solo quando lo decide lui, nel senso che scappa di casa per stare tranquillo quando non ne può più, s’inventa visite immaginarie, pazienti morenti e roba del genere..), le ragazze grandi (che non volevano venire ma che tutto sommato poi male non stanno) le piccole (ovvio) e il cane!!! Poi naturalmente la famiglia aumenta durante la settimana con ospiti delle ragazze che si danno il cambio a seconda delle disponibilità dello spazio messo a loro disposizione! Ah che dolce riposo! Tant’è che con tutta questa “tranquillità “ io sto cominciando a “sclerare” mi muovo per casa brontolando su ogni cosa (dicono loro) lamentandomi perché non riesco a mettere il naso fuori di casa e dimostrare alle mie amiche, quando mi guardano con aria di comprensione e di compassione, che in fondo si può vivere bene avendo anche una famiglia come la mia!!! Però c’è chi se la sta passando peggio, (usando il termine con leggerezza). In questi giorni, non mancano ,come sempre, le telefonate a mia sorella e per lei è decisamente un periodaccio, sentite quello che sta passando direttamente dalla sua “penna”:

 

Aiuto, mio figlio Carlo sta per partire per gli Stati Uniti per 10 mesi e io sono diventata improvvisamente un’ipocondriaca! Ne ho le prove, chiedetelo al mio dentista. Ho scambiato un po’ di tartaro per una carie (oh no, se ci penso sento ancora il fastidio), e il granuloma di mia sorella per il mio. Solo la lastra mi ha messo tranquilla. (Ecco perché mi piacevano tanto i film di Woody Allen). Mia sorella mi ha aperto la mente ieri al telefono: sei come nostro padre! Boom!
Ipocondriaca e  nel mio caso, fessa.
Anche di questo ne ho le prove.
Prove scritte. Esattamente in un verbale del 31/7/2010 ore 16,15.
C’è un antefatto.

Da Padre Corrado

(Natalia è la biondina al centro a sx vestita di scuro )

Mia sorella parla spesso del nostro passato scout, di come è stato formativo, divertente e importante. Eravamo i ragazzi della San, tanti, tantissimi rumorosi ragazzini nell’aia di una piccola chiesa in mattoni rossi di frati, simpatici, poveri e umili frati francescani. La San Francesco non era parrocchia bensì ricreatorio.  C’era un grande cortile con 4 altalene e uno scivolo alto alto a forma di razzo pronto per partire sulla luna, un pinco-panco, una fontana con i pesciolini rossi, un bar, il campo sportivo e il cinema. Per molti un posto magico da ricordare. In quegli anni il ricreatorio era gestito da persone speciali. Il nostro punto di riferimento era Padre Corrado, o meglio Corrado (“non son padre di nessuno io!”) .  Buono, timido, ironico e molto colto. Amava la musica e l’operetta. Chi credete abbia diretto mia sorella nella sua prima esperienza seria di teatro? “Il Martin Pescatore”, ancora non ho capito che razza di storia fosse, ma mia sorella aveva una parte da  solista. Che vanto! In sala due ragazzine di non più di 14 anni suonavano a 4 mani un pianoforte per accompagnare i canti! Meraviglioso, esaltante, incredibile microcosmo fatto di ragazzi e di lui, il nostro Corrado.
Lo onoro, mi faccio bella, mi vesto colorata, mi trucco anche un po’. E’sabato 31 luglio lo stiamo andiamo a trovare . Ci sono la Simo, Renzo mio marito ed io.  Sono tesa, è un po’ che non lo vedo. Renzo mi ha detto che faticherò a riconoscerlo. E’ vecchio e malato e a tratti perde la memoria. Siamo a Reggio nella casa madre dei frati cappuccini. C’è odore di cibo, sono le 11,30. Lo incontriamo. Ci riconosce, è contento! Anche noi. Io piango come una cretina anche davanti a lui, e adesso?

“Corrado cosa mangi?”
.
“polenta” 

Un dubbio mi è rimasto, scherzava?

Ore 16,15 c’è un ALT!

Abbiamo il cuore pieno di amore e di ricordi buoni. Vittorio ed Elena, i nostri figli minori sono in campeggio con gli scout. Carlo è tutto preso dalla storia meravigliosa che sta vivendo, è appena tornato dal cammino di Santiago, ha tanti amici, sabato a pranzo ha un invito. Non lo sa ma è una festa a sorpresa per lui, parte e va in America. Alice ha preparato hamburger e patatine per tutti. Sono felice per lui. A un certo punto della crescita gli amici sono la tua famiglia. Costa un po’ dirlo, ma ora ha più bisogno di loro che di me. E loro stanno dimostrando di esserci. Carlo è un ragazzo fortunato. Io e Renzo lo capiamo senza dircelo: vai, vai  Carlo e fai a modo.
Renzo venerdì, cioè il giorno prima del fatto che sto per raccontare, ha formalizzato il passaggio di proprietà di uno scooter Italjet 200, ha acceso un’assicurazione della durata di 2 mesi (giusto per l’estate), lo ha ritirato dal meccanico dove ha speso circa 300 euro per una batteria nuova e altri piccoli guai. Renzo in agosto lavora, anche se la fabbrica chiude. E’ il momento di stringere i denti. Qui l’aria è piuttosto pesante, non ci si può permettere distrazioni.
A parte qualche giretto in scooter con la moglie.
“Manu sali”
Ci godiamo un pranzetto fuori in santa pace, ma gli argomenti sono quelli: Padre Corrado, noi, gli amici, i nostri figli, il distacco,  crescere,  la libertà di sbagliare, andare incontro alla vita.
 Uscendo dall’agriturismo si fa un percorso non asfaltato in piena campagna. Da lì l’idea perversa di Renzo di metterci i caschi appena arrivati sulla strada principale.
E’ una giornata perfetta. Macchine in giro pochissime. Sabato 31 luglio in un paese della pianura padana, ovvero tutti a letto o nelle varie piscine comunali o di club.
Invece no.
Renzo procede sulla strada asfaltata ai 20 km/h, pop pop pop. Io dietro che per 4/5 volte gli ripeto di fermarsi, è ora di metterci il casco e poi smetto, siamo così felici e vicini,  gli appoggio il mento sulla spalla forte e protettiva e penso, che sarà mai, piantala  Manuela di essere sempre la solita guastafeste, cosa vuoi che ci capiti?
Avete presente il mantello dell’invisibilità di Herry Potter? Béh, non ce lo avevamo visto che dopo 3 curve una pattuglia di carabinieri appostati  nel solito posto ci ha intimato
l’ALT.
I due esponenti delle forze dell’ordine in questione  erano tutt’altro che soddisfatti di essere lì.
Noi a 2 km da casa
.

La resa

Piena di pensieri buoni e belli la mia testolina non avverte il pericolo. Come un neonato in culla protetto dalla zanzariera penso che oggi non ci sia posto per noia, fastidi o vero e proprio dolore.
Con la bocca piena di miele mi avvicino al tenutario dell’ordine e gli chiedo che cosa stia facendo. Ci ha lasciati muti e stupidi sul ciglio della strada e ormeggia con un libro che mi sembra tanto di “istruzioni per l’uso”.
Apriti cielo.
“-che non sa che ha infranto il codice della strada?”
Si, e mi scuso, tento di mettere insieme 2 frasi per chiedere pietà, siamo 2 genitori. andavamo ai 20. abbiamo appena preso la moto, COME? 10 punti a lui e 5 a me? Lo so, lo so che non sono una ragazzina, si figuri (che vergogna, comincio a sentirmi male, non riesco a nascondere che non sono minorenne, dovrei togliermi solo 28/30 anni!)
“- chi ci dice che siete appena partiti?”, siamo praticamente a casa, c’è scritto anche lì sul libretto.
Disastro. La conversazione degenera : ” se non tace vado avanti con i controlli e trovo senz’altro dell’altro. Poi c’è il penale..”
Ora non so voi, ma questa frase mi ha fatto credere di essere in un telefilm, di solito rivolta a tossici, spacciatori o trafficanti per farli parlare, bisogna arrivare al pezzo grosso, incastrare il mandante.
Shock. Mio marito interviene e gli dice di fare tutti i controlli del caso (l’uomo a MINACCIA risponde).
Paura. Comincio a pensare che non ci sarà un lieto fine, uno sciame d’api ha rotto la rete.
Li seguiamo in caserma dove, come dicono spesso loro, si fa sera. Pensavo formulassero un arresto perché non eravamo in grado di fornirgli il numero civico del nostro garage!
Renzo eravamo felici, adesso siamo in balia degli eventi, che sono poi al servizio del cittadino!
Sgarbati e insolenti
. Le spalle forti e protettive di mio marito ora sono basse e immobili. Lo sguardo rassegnato. Torniamo al garage con il segno tangibile della colpa: un cartello formato A4 sul parabrezza, altro che A sul grembiule de “La Lettera Scarlatta” di Howthorne , in fondo così discreto!
74 euro e 5 punti in meno a testa più il fermo del mezzo per 60 gg.
E se vi dicessi che quel giorno sul giornale c’era scritto che a Napoli a chi va in giro senza casco regalano uno swatch?

A casa

Carlo ci è capitato questo e quello. (il genitore che confida al figlio.ma come siamo messi!)
Neanche a dirlo è colpa nostra, dovevamo scendere dallo scooter con le braccia alzate e dire a gran voce, scusate scusate mi è morto il nonno, come fanno i suoi amici che alla fine vengono sempre graziati, cioè sgridati e lasciati andare via con la promessa di mettere sempre il casco ben allacciato.
Mi viene ancora più sconforto, un ragazzino bugiardo sì, due adulti  sinceri no.
Sono sfinita.
Fra le tante cose che ho sentito quel giorno c’è stata anche quella che se mancava l’assicurazione c’era il carcere. “Ma come – faccio io-  l’extracomunitario che mi ha imballato era senza patente ed assicurazione, eppure non gli è capitato niente”. No, no, non ce l’ho con gli extracomunitari, anzi li voglio aiutare, ce l’ho con chi fa le differenze e non è capace di guardare la gente negli occhi, come facevano i medici di una volta e come fa il mio dentista quando mi dice, Manuela che cosa ci fai ancora qui??
“Prendiamola così, dice Renzo il giorno dopo, vediamo in tutto questo un disegno divino. Un pazzo ci avrebbe imballato e ridotto in fin di vita e la provvidenza ci ha salvato”
“Sì, dico io, e ha mandato due angeli custodi vestiti di rosso e nero con tanto di carabina e giubbotto antiproiettile!!”.
Ho chiuso in bellezza vomitando il pranzo sulla tazza del bagno fino a notte inoltrata.

 

E così sia.

Mannu non ci pensare più vieni dalla tua sorellina che ti consola un po’ e ti prepara la camomilla della nonna Maria !  Ti aspetto dai , fra un po’ passerai di qui per accompagnare Carlo ed allora ci sarò io  anche a consolarti …sarà dura non vedere più per un anno  quel ragazzone che ti gira intorno , che ti sorride, che si fa sentire con i suoni degli strumenti che ha imparato a suonare così per gioco,  è forte Carlo lo è sempre stato un ragazzo particolare, sognatore , generoso con quel senso di serenità infinita.

Care amiche  ora aspetterò mia sorella, nel frattempo mi prenderò anche una piccola pausa,  vi verrò a trovare e  ci continueremo a sentire  grazie di tutto e a presto!!

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Natalia

Mi chiamo Natalia Cattelani, sono nata a Sassuolo (Mo), vivo a Roma dal 1990, da quando mi sono sposata. La passione per la cucina ce l’ho da sempre. Cucino con garbo, sperimento, metto insieme, do da mangiare alle figlie (Silvia, Chiara, Laura ed Elisa), al marito cresciuto con l’ottima cucina calabrese della madre, ai parenti di Sassuolo, agli amici di Roma, alle feste che ho organizzato per altri, conoscenti e figli di conoscenti, per battesimi, compleanni, campi scout, i bambini della casa famiglia San Giuseppe, amici di San Nicola, allieve della scuola Cuciniamo.ci di Roma.

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